Puniamo De André (e la libertà di pensiero)

L’Onorevole Ascari (deputata 5 Stelle) firma una proposta di legge dalle conseguenze inquietanti, contro “la libertà del pensiero” e i “cantautori che si fanno autori e interpreti di canzoni i cui contenuti inneggiano ai vari esponenti della malavita”. Quindi: al rogo “Don Raffaè”. Ma anche Guccini, Vasco Rossi e Bruce Springsteen






A volte bisogna sparare sulla Croce Rossa. È doloroso, ma necessario. Si apprende infatti dai quotidiani che la deputata cinquostellina Stefania Ascari sia diventata la prima firmataria di una proposta di legge tesa a modificare l’art. 414 del Codice Penale, introducendo l’aggravante di istigazione o apologia riferite all’associazione di tipo mafioso o a reati commessi da partecipanti ad associazioni di tale natura. L’intento – dichiarato, come vedremo – è quello di dire basta ai neomelodici che inneggiano ai mafiosi, di finirla con i funerali con l’inchino, in stile Casamonica. E dunque bisogna cominciare a punire tutto ciò che possa apparire come omaggio, inno alla criminalità. Colpendolo anche di più se assume forme pubbliche.

Chi ha commentato la notizia (Il Dubbio, ad esempio), ha ovviamente notato: sì, ma così perfino De André, con Don Raffaè, avrebbe rischiato la galera. Il che è vero, ma non spiega abbastanza. Perché invece l’onorevole Ascari, nel presentare la proposta di legge ai suoi colleghi, ha chiarito bene il suo pensiero. Bisogna dunque dare un’occhiata ai lavori preparatori, perché è qui che più alta e limpida si leva la voce della nostra parlamentare. (Del resto, è sempre nella lettura dei lavori preparatori che si apprezza al meglio il vero spirito di una legge, il cosiddetto intento del Legislatore). E qui, appunto, si trova:


 “Da ultimo, si apprende sempre più spesso di cantautori che si fanno autori e interpreti di canzoni i cui contenuti inneggiano ai vari esponenti della malavita e della criminalità organizzata…”






“Non si può più tollerare che messaggi così pericolosi vengano spacciati per arte e questo vale per la musica, per il cinema, per i social network e per ogni altro mezzo di comunicazione di massa. Il principio della libertà di espressione, anche artistica, trova un limite laddove si istiga a compiere reati e ad esaltare un modello di società non fondata sul diritto…”.




Soprattutto:


“La libertà del pensiero non può più essere invocata quando l’espressione del pensiero si attua mediante un’offesa ai beni e ai diritti tutelati dalla nostra Carta costituzionale”.




E allora è chiaro che i neomelodici che fiancheggiano la mafia – gravemente colpevoli, di per sé, di ridicolo – c’entrino poco o niente. Sono solo miseri cavalli di Troia, perché la Ascari vola alto: la nostra parlamentare (e tanti altri, di sicuro) ritiene che non sia possibile esprimere alcuna libertà di pensiero – si noti: di pensiero – che sia in qualche modo offensiva di beni o diritti costituzionali, inneggiando magari a chi commetta reati. E qui, come ovvio, si spalanca un mondo.

Non sono solo canzonette – e altro che Don Raffaè. I primi a cadere sarebbero i buoni, come sempre. Restiamo a De André, si pensi a quel subdolo individuo che è il Pescatore. Come non rendersi conto che quel vecchio che se ne sta sulla spiaggia a prendere il sole sia – né più, né meno – colpevole di favoreggiamento, ai sensi e per gli effetti dell’art. 378 Codice Penale? Per forza: passa un assassino, gli chiede da mangiare e da bere, e quello lo rifocilla. Poi passano i due gendarmi, gli chiedono se lì vicino fosse passato un assassino. E invece di rispondergli, quello se ne rimane lì, facendo più o meno finta di essere assopito. Senza rispondere. Questo è un favoreggiamento bello e buono. E poi il MichèGeordie, gli abitanti della Città vecchia – solo delinquenti, puttanieri e gente che arriva addirittura a vendere la madre ai nani. E il cantante li giustifica pure: se non sono gigli, son pur sempre figli / vittime di questo mondo.

Ma fosse solo De André. Che vogliamo dire di Guccini e del suo anarchico sopra La locomotiva? Tentata strage – vietare qualunque schitarrata. E Vasco Rossi? Ma non quello gattino degli ultimi anni, quello per cui la favola sarebbe crescere i bambini / avere dei vicini; diciamo quello scomparso una trentina d’anni fa, quello che alle ragazze diceva appena ti prendo da sola / ti taglio la gola (e questo solo perché lei non gli restituiva la radio; possiamo immaginare femminicidi aggravati da motivi più futili?). Perfino Paolo Conte, che sembra tanto innocuo: ad ascoltarlo bene, quello parla di gente che dirige il Mocambo, ma che in realtà arriva dalle bancarotte e adesso ha a che fare coi curatori. Questi sono reati – non possiamo permetterci il lusso di cantarne.

In prigione, in prigione: tutti quanti in prigione!, come appunto diceva – sarcastico, meglio dirlo – Bennato

E questo tanto per restare in casa, perché se sconfiniamo diventa peggio che peggio. Andremmo da Bob Marley – che si vanta perché I shot the sheriff – a Bruce Springsteen, che in apparenza sarebbe un’icona democratica e però infarcisce i suoi dischi di corse clandestine di auto, assassini, delinquenti di ogni tipo (Nebraska sarebbe un album da buttare per intero); da Bob Dylan che ha scritto le musiche per Pat Garret & Billy The Kid ai Clash, Nick Cave, Johnny Cash e un milione di altri. Insomma, non c’è cantante o band che non abbia qualche scheletruccio di canto dell’illegalità nell’armadio. (E non parlo neanche dei rappers e simili, perché diventerebbe noioso: lì è tutto un uccidi lo sbirro, corca di botte la mignotta, fai soldi in qualunque modo – quelli hanno lo stesso problema dei neomelodici, in fondo).

Ma questi sono solo esempi sbrigativi: si potrebbero scrivere enciclopedie, al riguardo. Non si salvano nemmeno le canzoni per bambini, che poi sono i più deboli e che quindi meriterebbero le maggiori attenzioni. E qui, da Lupin III a Zorro, è tutto un fiorire di eroi che non rispettano le più elementari norme di legge. Vogliamo consentirlo? Sarebbe vergognoso. Si salvano forse le produzioni Disney. Anzi, nemmeno quelle. E Robin Hood, allora? Forse che Romeo – er mejo der Colosseo – campa di regolare stipendio? E dov’è la prova che i Sette Nani paghino regolarmente la concessione mineraria?

Non si pensi che siano solo battute, tanto per mandare tutto in svacco. Ricordiamo infatti l’intervista lasciata da Piercamillo Davigo (allora membro togato del CSM) a Gramellini, nel 2019. Chiamato a scegliere tra Zorro e Robin Hood, tra il serio e il faceto (poco, il faceto), Davigo risponde che non può scegliere: infatti, sono entrambi fuorileggePer conseguenza, ci pare, i bambini sarebbero chiamati a modelli di legalità più adeguati, come ad esempio il Sergente Garcia e lo Sceriffo di Nottingham. E non importa se ci suona piuttosto ripugnante, visto che si tratta di stronzi che calpestano i poveri cristi. Dura lex (l’è veramente dura, come dicono gli ubriachi di paese). I nobili intenti dell’Onorevole Ascari, probabilmente, non dispiacciono neanche in alto loco.

Ma Zorro e Robin Hood sono niente, lo sappiamo. Arriviamo al vero fuorilegge. Quello doppio, fuori dalla legge degli Ebrei e pure da quella dei Romani. Puniamo pertanto Canto per Cristo e consimili canti da Messa – evidentemente, non inneggiano certo allo Stato di Diritto. Puniamo severamente Symbolum ’77 (in particolare nella versione dei Timoria, con quell’introduzione che fa tanto Immigrant Song dei Led Zeppelin – che tanto anche loro non erano certo stinchi di santo). Il lavoro è sterminato, ma non per questo bisogna fermarsi. Niente deve rimanere impunito. Magari, ecco, passiamo sopra la Terza sinfonia di Beethoven, l’Eroica. Ma questo solo perché il compositore ha poi tolto la dedica a Napoleone: ma noi in realtà lo sappiamo che quel corso lì non è che rispettasse proprio tutte tutte le norme di diritto internazionale.



L’Onorevole Ascari ha certamente dimostrato di capire che il problema non è mai estetico, ma sempre profondamente politico. E quindi la stessa deve trovare la forza di correggere e rafforzare la sua proposta di legge, conformandola pienamente al suo pensiero, del resto già compiutamente espresso: non ci si limiti alla mafia, bisogna assolutamente vietare tutto ciò che non canti la legalità, per come adesso intesa. E appena avremo finito con la musica, passeremo alla letteratura e al cinema, come è giusto che sia – come la Ascari ha già fatto capire in sede di lavori preparatori.

Speriamo che l’Onorevole non arretri, non si faccia cogliere da dubbi, non smetta mai di credere nel suo mondo manicheo. Perché tutto ciò che fa veramente ridere è fondamentale, e non possiamo certo rinunciarvi a cuor leggero. Nel mondo c’è sempre tanto bisogno di allegria.
https://laltracampana.info/2021/03/30/puniamo-de-andre-e-la-liberta-di-pensiero/

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