#TgByoblu 13 – MARIO DRAGHI DAL BRITANNIA AL QUIRINALE

DRAGHI IN ARRIVO?


I poteri forti spingono per l’arrivo dell’uomo dei mercati.


Grazie alla vittoria di Bonaccini in Emilia Romagna Giuseppe Conte ha allungato la vita al suo governo, frutto di un’alchimia che ha messo incredibilmente insieme Beppe Grillo e Matteo Renzi.

Caduta l’ultima frontiera del Pd, infatti, sarebbe stato molto difficile per Mattarella continuare a difendere la legittimità democratica di un governo nato da una manovra di palazzo, ma inviso nel paese reale.

Non è detto però che caduto Conte si apra in automatico la strada per le urne. Anzi, vista l’aria che tira, è facile prevedere come l’establishment farà di tutto per blindare se stesso fino alla scadenza naturale di una legislatura che ha cambiato tutto per non cambiare niente.

Si intravede sempre all’orizzonte l’ombra lunga di Mario Draghi, uomo forte per eccellenza, già protagonista all’inizio degli anni ‘90 delle delle famose “privatizzazioni” all’italiana che fecero la fortuna di molti imprenditori e finanzieri, indebolendo dalle fondamenta la struttura economica del nostro Paese

Draghi è l’asso nella manica che il sistema è pronto a utilizzare al più presto, anche al fine di “normalizzare” ulteriormente un Matteo Salvini che ha già precisato di vedere bene l’uomo della Bce sul Colle più alto. Supermario dichiarò in tempi non sospetti che il “voto dei cittadini non lo preoccupa perché in Europa guida sempre il pilota automatico”. Difficile pensare di ricostruire la sfilacciata democrazia italiana con premesse di questo tipo.

di Francesco Toscano

WHIRPOOL CHIUDE LA SEDE DI NAPOLI


La delusione dei lavoratori dopo l’incontro al MISE tra governo e azienda.


Luigi La Morgia, amministratore delegato di Whirpool Italia, durante la riunione al MISE lamenta che l’azienda perde 20 milioni di euro l’anno. Durante lo stesso incontro erano presenti, oltre al Ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, i rappresentanti di sindacati e d’azienda.

Il sito Whirpool di Napoli resterà attivo fino al 31 ottobre e il Governo si impegnerà, dice Patuanelli, a “trovare una soluzione definitiva per supportare la continuità produttiva dello stabilimento e salvaguardare i lavoratori”. È stata perciò promossa una selezione da Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, per trovare un altro soggetto industriale in grado di acquisire lo stabilimento e garantirne il futuro. I lavoratori della multinazionale americana non sembrano però soddisfatti e all’ingresso del MISE alcuni di loro hanno contestato le scelte dei sindacati fino a provocare l’intervento delle forze dell’ordine.

Sono già cambiate le carte in tavola da quando nell’ottobre del 2018 l’allora Ministro del Lavoro Luigi Di Maio annunciava, con un post su Facebook, che il Governo aveva raggiunto un accordo con Whirpool. Si diceva che nessun lavoratore sarebbe stato licenziato e che l’azienda avrebbe riportato in Italia parte della produzione già spostata in Polonia.

I sindacati lanciano uno sciopero in tutti i siti produttivi e il segretario generale Fiom-Cgil NapoliRosario Rappa, afferma che la vicenda può diventare una vera bomba sociale per Napoli e per tutto il Paese: “Da questo momento – dichiara – si rompono le relazioni sindacali con l’azienda. Se il Governo non prende una posizione forte, la vicenda Whirlpool diventa una questione di ordine pubblico”.

di Mariachiara Stella

EFFETTO BREXIT


Dal 2021 le nuove regole per entrare in Gran Bretagna.


Domani in tutta la Gran Bretagna i brexiters festeggeranno a mezzanotte l’uscita del Paese dall’Unione Europea. Con 621 sì, 49 no e 13 astenuti, ieri è arrivato il sì del Parlamento Europeo all’accordo di divorzio. Subito dopo la proclamazione del risultato, tutti i parlamentari si sono alzati in piedi e hanno intonato un canto tradizionale scozzese.

Fino alla fine dell’anno ci sarà un periodo di transizione, cioè di negoziati bilaterali per definire i rapporti commerciali e giuridici tra il Regno Unito e gli ex partner europei. E dal 2021 le cose inizieranno davvero a cambiare, ad esempio per entrate in Gran Bretagna non basterà più la carta d’identità, servirà il passaporto. Per lavorare o studiare in Inghilterra, invece, servirà un visto.

Stretta anche sulle località turistiche dove non sarà più possibile pagare in contanti in Euro. E in fatto di immigrazione sarà ammesso solo chi avrà un lavoro pagato più di 30 mila sterline l’anno.

di Virginia Camerieri

CORONAVIRUS


Economia cinese in ginocchio, ma c’è chi ci guadagna.


Wuhan è stata fino a ieri una grande capitale internazionale, oggi è in ginocchio.
La gente non esce più di casa, negozi e ristoranti sono chiusi, i trasporti totalmente congelati e le ripercussioni della pandemia sull’economia cominciano a pesare parecchio sull’intero stato cinese e di riflesso, anche su tutte le altre borse internazionali.

La British Airways e Lufthansa hanno già annullato tutti i voli da e per la Cina, aziende multinazionali come McDonald’s e Ikea hanno già completamente sospeso le attività, la Toyota ha bloccato l’intera produzione almeno fino al 9 febbraio, sono fermi i Mondiali indoor di atletica leggera e la Federcalcio cinese ha deciso di rinviare tutte le partite del 2020.

Questa pandemia provoca problemi non solo all’economia cinese, ma anche a quella globale, come sottolinea, fra gli altri il presidente della Federal Reserve Jerome Powell.

Le uniche che possono trarre profitto da questa situazione sono le multinazionali farmaceutiche che, in un tale contesto, stanno senz’altro già festeggiando gli enormi introiti in arrivo provenienti non soltanto dai colossali investimenti già in atto: il timore di contagio, infatti, avrà molto probabilmente anche l’effetto collaterale di convincere molte più persone in tutto il mondo a vaccinarsi contro le influenze stagionali, per scongiurare il più possibile una temuta “doppia infezione”, come del resto continuamente suggerito ad una sola voce dai canali principali del mainstream…

di Caterina Rappoccio
https://laltracampana.eu/2020/01/31/tgbyoblu-13-mario-draghi-dal-britannia-al-quirinale/

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