Novara, violenza sessuale su tre giovani: prete condannato a quattro anni

Il legale del religioso farà appello: “Dichiarazioni senza riscontro”






MARCO BENVENUTI



NOVARA



Ha molestato alcuni giovani ospiti della struttura religiosa in cui prestava servizio, uno dei quali minorenne. Per il gup di Novara Andrea Guerrerio non ci sono dubbi sulla colpevolezza di don Benedict Emeka Onyema, 59 anni, di origine nigeriana e vent’anni di sacerdozio alle spalle, già collaboratore delle attività alla Comunità Samuel dell’Opera Don Guanella a Novara: ieri l’ha condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione con giudizio abbreviato.


Ai domiciliari in provincia di Sondrio, difeso dall’avvocato Renzo Inghilleri, Onyema era accusato di violenza sessuale aggravata ai danni di tre ragazzi di religione musulmana, nessuno dei quali si è costituito parte civile per chiedere i danni. Per lui il pm Nicola Serianni aveva chiesto 8 anni con lo sconto di un terzo per il rito alternativo, quindi 5 anni e 4 mesi. Il giudice ha escluso l’aggravante dell’abuso della qualità di ministro di culto e ha prosciolto l’imputato dall’imputazione di violenza privata, per aver malmenato una delle vittime con un pugno nel tentativo di convincerlo a non fare denuncia. Come chiesto dalla stessa difesa, il reato è stato riqualificato in percosse, non procedibile d’ufficio; e, in assenza di querela, è arrivato il non doversi procedere. Il legale del sacerdote nigeriano aveva chiesto l’assoluzione sostenendo che non c’erano riscontri alle dichiarazioni dei tre ragazzi. Scontato l’appello.


A rivolgersi alla polizia era stato uno dei giovani vittime delle «attenzioni particolari». Circa due anni fa aveva segnalato che un sacerdote della congregazione Don Guanella, che si occupa di bisognosi, orfani, malati, emarginati, era solito allungare le mani e invitare alcuni di loro ad assistere alle sue pulsioni sessuali. In base a quanto raccontato, non si trattava di rapporti sessuali completi ma di toccamenti e palpeggiamenti. Le molestie sarebbero avvenute in momenti in cui il religioso era da solo coi ragazzi per colloqui e altre attività della comunità.


Sono così partite le indagini e sono stati ascoltati anche altri ospiti della struttura residenziale di via Monte San Gabriele, uno minorenne. Hanno confermato il racconto del compagno e il 28 dicembre 2017 era scattato l’arresto. Nei mesi successivi don Onyema ha manifestato un profondo stato di depressione, tant’è che uno psicologo dell’Asl ha redatto una relazione in cui si sollevava dubbi sulla capacità di intendere e volere e di poter subite un processo. Alla vigilia dell’udienza, però, una perizia disposta dal tribunale lo ha dichiarato capace di comprendere le accuse che gli venivano mosse e quindi di stare in giudizio. Ieri, infine, il processo.




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